COCCIDIA

Sarcocystis sp.

Sarcocystis sp. sono protozoi coccidi intracellulari dixeni obbligati appartenenti al phylum Apicomplexa, parassiti di molti animali e occasionalmente anche dell'uomo. Tutte le specie di Sarcocystis richiedono per il proprio ciclo vitale due ospiti, uno intermedio onnivoro (preda) ed uno definitivo carnivoro (predatore).

La sarcocistosi rappresenta un problema prevalentemente veterinario, dal momento che si stima che numerose specie di Sarcocystis parassitino più del 50% di bovini, suini ed ovini; sono almeno due le specie patogene di interesse umano, S. hominis e S. suihominis: l'uomo, ospite definitivo suscettibile (predatore), contrae l'infezione mediante ingestione di carni crude o poco cotte degli ospiti intermedi, rispettivamente i bovini (S. hominis) e i maiali (S. suihominis). Oltre che da ospite definitivo, l'uomo può fungere anche da ospite intermedio, per ingestione di acqua o alimenti contaminati da oocisti eliminate con le feci da un animale predatore infetto.

Una volta ingerite, dopo consumo di carne contaminata, le pareti delle sarcocisti si rompono provocando la liberazione dei bradizoiti che penetrano nelle cellule della lamina propria intestinale. Al loro interno, si svolgono le fasi della riproduzione sessuata che portano alla formazione di una oocisti matura contenente due sporocisti che viene eliminata con le feci. E' possibile osservare nelle feci l'oocisti intatta solo nei primi giorni della sua eliminazione; la parete è sottile, appena visibile, e le due sporocisti adiacenti contengono ciascuna quattro sporozoiti. Molto spesso la parete si rompe causando il rilascio delle sporocisti e questo stadio è spesso l'unico osservabile nelle feci.

Gli sporozoiti rilasciati dalle oocisti sono mobili e migrano attraverso l'epitelio intestinale nelle cellule endoteliali dei vasi arteriosi, dove inizia la prima di quattro generazioni asessuate, che porta alla formazione di numerosi merozoiti. Questi, trasportati dal flusso sanguigno, concludono l'ultima generazione asessuata nelle cellule muscolari dove inizia la formazione della sarcocisti e la sua maturazione. Le sarcocisti si possono formare virtualmente in tutti i muscoli striati, compresi lingua, esofago, diaframma e cuore e, limitatamente, nella muscolatura liscia. La diagnosi microscopica viene effettuata mediante esame istologico di campioni bioptici muscolari. Va comunque sottolineato che i casi di sarcocistosi muscolare umana descritti in letteratura sono piuttosto rari; le segnalazioni provengono per la maggior parte da Paesi asiatici.

Più frequentemente, infatti, la sarcocistosi nell'uomo può essere asintomatica, oppure associarsi a patologie intestinali presentandosi con nausea, dolori addominali e diarrea. La prevenzione si basa prevalentemente sulla cottura o il congelamento della carne al fine di uccidere i bradizoiti eventualmente presenti nelle sarcocisti. I dati sulla prevalenza della sarcocistosi intestinale umana sono limitati, ma l'infezione è sicuramente più diffusa in Europa che negli altri continenti. Si può ritenere che l'infezione sia sottostimata, in quanto le oocisti sono spesso eliminate in numero esiguo e solo per pochi giorni, quindi difficilmente rilevabili nel campione fecale.

Oocisti

Dimensioni: lunghezza 15-19μm, larghezza 15-20μm.

Morfologia: l'oocisti intatta ha una parete sottile molto fragile, contiene due sporocisti ellissoidali (lunghezza 15-19μm., larghezza 8-10μm.) strettamente appaiate, ognuna contenente quattro sporozoiti a forma di salsiccia ed un corpo residuo rifrangente. Il periodo di prepatenza varia da 14 a 18 giorni per Sarcocystis hominis e da 11 a 13 giorni per Sarcocystis suihominis. La ricerca nelle feci va eseguita utilizzando un metodo di concentrazione per flottazione in gradiente di densità (sodio cloruro, zinco solfato, saccarosio ecc.), piuttosto che per sedimentazione (formalina-etere ecc.). Sarcocystis è autofluorescente. Il solo esame microscopico non è sufficiente per l'identificazione di specie di Sarcocystis, a causa della loro somiglianza in forma e dimensioni. Sono disponibili a questo scopo metodi di biologia molecolare (PCR) che utilizzano l'amplificazione di rRNA specie-specifica.

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